Giugno 2020. La prossima estate. È questa la data in cui partirà, secondo i piani delle Ferrovie dello Stato, il Frecciarossa 1000 di Trenitalia (gruppo Ferrovie dello Stato) sulla tratta Milano-Parigi: un viaggio ad alta velocità che secondo Fs durerà circa sei ore, annunciato come competitivo, anche nel prezzo, rispetto al Tgv (che oggi per percorrere quei circa 900 km impiega sette ore). Inizia così la concorrenza delle Ferrovie italiane sul mercato francese, in previsione dell’apertura, da dicembre 2020, del mercato ferroviario europeo prevista nel IV Pacchetto ferroviario. Cioè il blocco di leggi che completa la liberalizzazione del trasporto passeggeri e regola il diritto d’accesso degli operatori ferroviari alle reti degli altri Paesi Ue.

I test nella Mosa

Il Frecciarossa 1000, che le Fs esibiscono come un fiore all’occhiello, è dal 26 giugno in Francia. È stato trainato, perché ancora non può circolare. Farà i test per viaggiare sulla rete dell’Alta velocità d’Oltralpe, finora la più chiusa d’Europa alla concorrenza. Le prove sono in corso nel circuito di Tronville en Barrois, nel dipartimento della Mosa, a nord est del Paese. Sono prove statiche e dinamiche per ottenere anche in Francia l’ammissione tecnica, sia sulle linee per l’alta velocità sia su quelle convenzionali. I francesi dovrebbero apprezzare soprattutto la concorrenza sulla tratta Parigi-Lione, la loro Milano-Roma. E per dicembre sempre del 2020 è allo studio il varo della Parigi-Marsiglia.

L’operazione inglese

Il gruppo Fs procede con un piano industriale 2019-2023 da 58 miliardi di investimenti. E rilancia, oltre che sul trasporto regionale ritenuto prioritario sia dai 5 Stelle sia dal Pd, proprio sull’internazionalizzazione, dalla Francia alla Gran Bretagna, dagli Usa agli Emirati Arabi. In Gran Bretagna Trenitalia Uk con FirstGroup ha vinto in agosto la gara (battuto Richard Branson della Virgin) per gestire in franchise i collegamenti Intercity fra Londra, Edimburgo e Glasgow. Ora si parte: l’8 dicembre. È la West Coast (30% Trenitalia, 70% FirstGroup), la linea ferroviaria più importante della Gran Bretagna, che passa da città chiave come Liverpool e Manchester. L’operazione vale per Fs circa 400 milioni l’anno di ricavi, di più se il gruppo salirà oltre il 30%.In prospettiva c’è la spinta dell’Alta velocità Londra-Birmingham, nel 2026.

La metropolitana a Washington

Negli Stati Uniti intanto si attende l’apertura di gare importanti per metropolitane a Washington e treni regionali a Los Angeles: Ferrovie è pronta a partecipare. Mentre il mese prossimo sarà inaugurata la sede di Fs International a Riyad dove il gruppo sta gestendo quattro linee del metrò costruito con Salini. E a Johannesburg Fs ha appena vinto la gara per un terminal intermodale.

La nuova stagione politica

Fra il lancio dei treni regionali Pop (con Alstom), Rock (con Hitachi) — green come le obbligazioni fino a 7 miliardi emesse per finanziarli — e i festeggiamenti per i dieci anni dell’ Alta velocità con il Frecciarossa, le Ferrovie chiudono con questo 2019 una stagione e ne aprono un’altra. Il vertice in carica da 14 mesi — Gianfranco Battisti amministratore delegato e direttore generale, Gianluigi Castelli presidente — è entrato con il governo 5 Stelle-Lega, riparte ora con l’esecutivo 5 Stelle-Pd. Non si attendono scossoni. Il nuovo ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, del Pd, che ha sostituito Danilo Toninelli dei 5 Stelle, era al Forum The European House-Ambrosetti di Cernobbio il 7-8 settembre, come Battisti. Un’occasione per incontrarsi.

Anas e Alitalia

Alle spalle resta il tira e molla sull’Anas: doveva uscire dal perimetro di Fs per volontà grillina, dopo esservi entrata per scelta renziana. È rimasta, con beneficio del patrimonio di gruppo. L’integrazione prosegue e il peso dei contenziosi ancora aperti è in parte bilanciato dalla vittoria nella causa contro la famiglia Toto: 750 milioni. Resta aperta qualche partita scottante. La prima è l’Alitalia. La scadenza del 15 settembre, entro la quale Fs doveva presentare l’offerta irrevocabile con Atlantia e Delta per entrare nel capitale, è stata di fatto rimandata, in attesa che i nuovi ministri guardino il dossier. L’investimento da circa 300 milioni non è spaziale per un gruppo che ha ricavi per 18 miliardi, ma resta significativo e andrà valutato. Soprattutto potrà salire con gli aumenti di capitale necessari per il rilancio della compagnia aerea.

Il ricorso sulla rete

Altra criticità è la rete, perché Rfi, la società di Fs che la gestisce, da aprile è stata dichiarata dall’Istat interna al perimetro della pubblica amministrazione. Significa che non può indebitarsi senza aumentare il debito pubblico. È una decisione che può bloccare gli investimenti sulla rete. Fs la considera anomala e intende perciò fare ricorso.

Il rilancio del cargo

Infine c’è il cargo, che finora non si è riusciti a far guadagnare. Il gruppo, che ha lanciato il servizio Mercitalia Fast sull’Alta velocità («Ordini già prenotati per tutto il 2020»), potrebbe chiudere il 2019 con un pareggio. «Sarebbe utile ripensare ai criteri di definizione delle tariffe anche sul cargo — dice Ugo Arrigo, docente di Economia politica e Finanza pubblica all’Università Bicocca di Milano, già chiamato come consulente dal ministero dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli —. Dopo il taglio delle tariffe del 40% da parte dell’Autorità dei Trasporti sulla rete passeggeri , i treni dell’Alta velocità sono più che raddoppiati». Sullo sfondo resta il tema della quotazione di Fs in Borsa, divisivo nel governo.

di Alessandra Puato

Fonte: https://www.corriere.it/economia/aziende/19_settembre_10/frecciarossa-1000-va-francia-giugno-2020-via-milano-parigi-sei-ore-meno-tgv-6fb06de0-d2f1-11e9-b7e8-6cf2f2f7881d.shtml