Il Capo dello Stato cita Verdi, Toscanini e Stendhal
ANSA – “La cultura definisce il segno distintivo di ogni comunità ed è tutt’altro che una condizione statica, immobile, inerte. Perché si nutre di confronto, si sviluppa nel dialogo e nelle relazioni”.
E’ con queste parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che hanno preso il via, dal Teatro Regio di Parma, uno dei templi della musica italiana, le iniziative per la nuova città Capitale italiana della Cultura per l’anno appena iniziato.
Un discorso breve, ma di tono elevato, preceduto e dunque ispirato dal Va’ Pensiero di Giuseppe Verdi, interpretato dal coro e dall’orchestra filarmonica intitolata ad Arturo Toscanini. Due grandi personaggi della storia culturale parmense che il Capo dello Stato non ha mancato di ricordare come esempi.
Il compositore, “illustre figlio di questa terra” la cui musica fu “al servizio dell’ideale risorgimentale del nostro Paese”. Il direttore d’orchestra, esule durante il fascismo, “diede un segno di rinascita al nostro Paese con il concerto della liberazione per la riapertura della Scala nel 1946”.
La cultura è anche, ha aggiunto, “più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze”. Capace di generare “un patrimonio che rende tutti più ricchi, di umanità innanzitutto”. E da cui deve arrivare un messaggio positivo, come quello di Stendhal, che proprio nella Certosa di Parma, ha citato il presidente, scriveva che le gioie degli italiani “sono più vive e durano più lungamente”.