Oltre 160mila euro di benefici economici annui per l'azienda europea del settore dei metalli? più di 400mila per quelle manifatturiere che producono alimenti e bevande? almeno 27mila (o il 10% del fatturato) per le imprese dell'ostilità? almeno il 4% in più entrate per il settore automobilistico. Importanti risparmi sui costi per le imprese agricole e di costruzione. Il tutto accompagnato da un sensibile miglioramento delle prestazioni e da una accelerazione sul fronte dell'innovazione delle produzioni.

Questi alcuni dei benefici tesi dagli investimenti in misure di efficientamento rispondenti alle economia dell'economia circolare, discussi oggi a Roma in occasione dell'Forum economico di Eurochambers (EEF), l'evento annuale promosso dall'Associazione che rappresenta 1.700 Camere di Commercio presenti in 43 paesi europei, a cui fanno riferimento oltre 20 milioni di aziende. Una due giorni, realizzata in collaborazione con Unioncamere, che ha portato a Roma oltre 300 imprenditori e rappresentanti dei sistemi di telecamere del continente europeo, chiamati a confrontarsi con la transizione verso una crescita sostenibile e il ruolo che i diversi sistemi di telecamere possono avere in questo ambito.

"Uno sviluppo sostenibile non è solo una necessità dal punto di vista etico, sociale, ambientale. Ma è anche un'importante occasione di crescita per le imprese e, più in generale, per l'intero sistema economico. Perché sostenibilità è sinonimo di competitività”. E' quanto ha evidenzato il vicepresidente vicario di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto"in Italia quasi il 25% dell'imprese industriali e terziarie ha abbracciato la green economy per superare la crisi e investire sul futuro. Questa realtà appare una migliore presenza sui mercati esteri, risultano di più rispetto e sono più competitivi alle altre. La Camera di Commercio Italiana insieme a tutti gli altri europei può fare di più per favorire la crescita delle imprese all'insegna della sostenibilità”.

 

"Risultato finora – afferma il presidente di Eurochambres, Christoph Leitldimostrare che le Camere di Commercio Europee sono consapevoli della propria responsabilità e disposte a contribuire alla soluzione delle sfide che ci attendono. Facciamolo in modo che la sostenibilità si traduca in un'opportunità di business e sosteniamo le regioni resilienti e sostenibili”.

Per l'Europa delle imprese, aumentare il riutilizzo, il riciclaggio, la riparazione e la trasformazione dei prodotti potrebbe ridurre la dipendenza dalle risorse dell'UE, stimolare l'innovazione, contribuire a creare nuovi modelli commerciali, rilanciare posti di lavoro, crescita e competitività. Sono molte pero le azioni che sarebbero utili a garantire una transizione di successo verso un modello di economia circolare a livello europeo. Tra queste: · abattere le barriere alla circolazione delle materie prime secondarie? · ridurre gli ostacoli normativi in materia di sostanze chimiche, prodotti e rifiuti; · promuovere e sostenere efficaci sistemi di raccolta, separazione e trattamento dei rifiuti al di fuori dell'UE al fine di stimolare la domanda di soluzioni circolari innovative "made in Europe"? · rinnovare alla forza lavoro le competenze necessarie? · utilizzare al meglio le banche dati e le reti esistenti? · alimentare, attraverso la digitalizzazione, lo scambio di idee e soluzioni “circolari”.

 

L'Italia verde

Come mostra l'analisi condotta da Unioncamere e Symbola, il nostro Paese vanta una serie di primati e punti di forza sul fronte della green economy.

Sono una delle 4 aziende extraagricole italiane che negli ultimi 5 anni hanno scommesso sulla “green economy”, investendo in sostenibilità ed efficienza e ottenendo vantaggi competitivi in termini di export e innovazione. Alla nostra economia verde si deve anche il 13% degli occupati complessivi a livello nazionale, scelti tra quanti hanno compensato "verdi".

Il nostro Paese è il leader europeo nella dematerializzazione dell'economia: ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, contro una media UE di 2,24 euro e un dato della Germania di 2,3 euro. Inoltre, l'Italia, con 76.9%, è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti, più del doppio della media UE (36%) e migliore di Francia (53.6%), Regno Unito (43.6%), Germania (42.7%) e Spagna (36.1%).

E per quanto riguarda le emissioni di gas serra, l'agricoltura italiana sta andando molto bene: con 569 tonnellate per milione di euro prodotte nel settore primario made in Italy, producono 46% di gas serra al di sotto della media UE 28. Molto meglio di Spagna (+ 25% rispetto al nostro Paese), Francia (+91%), Germania (+118%) e Regno Unito (+161%). Inoltre, l'Italia ha il numero più basso di prodotti agricoli con residui di pesticidi (0,48%), sette volte inferiore ai prodotti francesi e quasi quattro volte quello spagnolo e tedesco, ed è campione sul fronte biologico: 64.210 produttori biologici italiani , molti di più di Spagna (36.207) e Francia (32.264).

 

 

FONTE:https://www.lavorolazio.com/unioncamere-prete-in-italia-quasi-il-25-dellimprese-industriali-e-terziarie-ha-abbracciato-la-green-economy/