ROMA - Fornisce al consumatore informazioni chiare e utili che possono orientare la sua scelta in modo consapevole: la proposta italiana per l'etichettatura dei prodotti alimentari, la batteria Nutrinform, che punta a creare un'alternativa al sistema francese Nutriscore, è stata notificata ieri con decreto alla Commissione europea. L'atto è stato accolto con maggiore favore dall'industria agroalimentare e dalle istituzioni che hanno predisposto il decreto interministeriale: il ministro dello sviluppo economico, il ministro della salute e il ministro delle politiche agricole.

La batteria Nutrinform si basa su un simbolo di “batteria”, che indica al consumatore l'apporto nutrizionale dell'alimento in relazione alle sue esigenze quotidiane e al corretto stile alimentare, evidenziando la percentuale di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione rispetto alla quantita raccomandata dall'Unione europea. Il sistema mira a superare gli effetti penalizzanti per il Made in Italy, derivanti dal sistema francese Nutriscore che utilizza invece i colori del semaforo per esprimere un giudizio sui prodotti agricoli, attraverso un algoritmo di misura che, sulla base di 100 grammi, classifica la A alla E, in contrasto con i principi della dieta mediterranea che si basa su un consumo equilibrato di tutti gli alimenti.

"Abbiamo costruito un'alternativa al sistema francese Nutriscore", ha commentato con soddisfazione su Facebook il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. "Intendiamo così superare gli effetti penalizzanti che Nutriscore ha per i prodotti alimentari Made in Italy". Sulla stessa linea del ministro delle Politiche agricole Bellanova: "E' la nostra alternativa a Nutriscore - sottolinea il ministro delle Politiche agricole - ma è molto meglio". Ora la Commissione deve vigilare con attenzione, avverte la ministere perché "queste norme sono volontarie". Ora inizia “la vera battaglia”, secondo Luigi Scordamaglia, delegato di Filiera Italia, condividendo l'allerta lanciata dal ministro Bellanova, perche spiega, il sistema Nutriscore, “resta su base voluntaria, richiesta su nostri prodotti esportati, da catene distributive di alcuni Paesi, come conditio sine qua non perché posso essere venduti. Si tratterebbe di pratiche sleali”. Ma "ora abbiamo uno strumento in più per tutelare il Made in Italy", secondo il presidente di Federal Food, Ivano Vacondio.
«L'etichetta della batteria salva il Made in Italy dagli attacchi del nutriscore francese e dei semafori inglesi che penalizzano la dieta mediterranea e le grandi produzioni di qualità Dop e Igp italiane», sottolinea Coldiretti perché spiega, «le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell "Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali bocciano ingiustamente quasi l'85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (DOP) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare".

(ANSA)

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