Il report di Prometeia "Brand in Italy" fotografa numeri e tendenze del Made in Italy e dei suoi protagonisti: non solo grandi marchi ma anche PMI eccellenti.

 

Nei settori più strategici per il Fatto in Italia le imprese a marchio, che puntano sulla qualità del prodotto, valgono oltre metà del facturato: grandi marca ma anche diverse PMI che individuano trend emergenti (green e sostenibilità in primis) ed esprimono eccellente, intanto i mercati più attrattivi restano Europa, Stati Uniti e Cina.

Sono alcune delle evidenze che emergono dal rapporto Prometeia Brand in Italia, che si concentra su cinque settori: agroalimentare, sistema moda, sistema casa, auto e componenti, sport e tempo libero.

In questi segmenti del Made in Italy le aziende a marchio valgono 165 miliardi di euro (60% dell'intera fattura) e nella maggior parte dei casi hanno recuperato i livelli pre-crisi con performance migliori rispetto ai competitor in termini di ricavi e risultati. Il settore che ha mostrato la crescita maggiore negli ultimi cinque anni è quello dell'auto (+54%), gli altri invece evidenziati prestazioni superiori al 10%.

io tendenze emergents (come resultano dalle indagini di web analytics): attenzione alla salute per il settore alimentare, attenzione al territorio per la moda e l'arredamento, performance e materiali per auto e prodotti sportivi. Tra i punti salienti generali, di interesse per le PMI, la capacità di individuare le tendenze di mercato (come l'ambiente) o target specifici di utenza (come i millennial).

Finalmente io mercatini: le prime 30 destinazioni internazionali del Made in Italy valgono 120 miliardi di euro e nei prossimi cinque anni la domanda potenziale aumenterà di quasi 20 miliardi. Sul podio, Europa, Stati Uniti e Cina (+10 miliardi nei prossimi cinque anni).

Potenziale di medio periodo per India, Brasile, Turchia, Messico e Australia, mentre si segnala una potenzialee criticità per i mercati asiatici come Giappone e Corea: le caratteristiche dei siti business (barriere linguistiche al momento del caricamento delle vetrine digitali) possono frenare il consumatore, un gap che non si affronta rischia di minare le potenzialità delle aziende italiane.

Forti aspettative di crescita verso India, Emirati Arabi e Sud Africa.

 

FONTE: https://www.pmi.it/economia/mercati/314366/brand-in-italy-il-marchio-spinge-il-fatturato.html