Non contano le calorie ma la qualità di cosa mangiamo e quanto ci fa bene

Che cosa ci piacerà cucinare di più? Che tipo di ingredienti saranno privilegiati? Quali saranno le principali scelte culinarie? Anche quest’anno parla di tendenze la ricerca condotta da Lightspeed/Mintel in collaborazione con Bimby su scelte e comportamenti dei consumatori in area food base europea (Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia), sulle scelte alimentari che saranno protagoniste nel 2020. Emergono trend interessanti: soprattutto la consapevolezza da parte dei consumatori dell’impatto delle loro scelte in materia di cibo sul mondo che li circonda, la maggiore sensibilità in merito all’emergenza prodotta dal mutamento climatico, unita alla convinzione che un cambiamento nelle nostre abitudini deve avvenire ora. Si respira tra gli intervistati un’adesione piena alle linee guida sulle ‘diete sostenibili’ indicate dalla FAO.

1. Alimentazione sempre più consapevole. In linea con gli studi più recenti, la ricerca evidenzia come la maggior parte dei cittadini europei sia preoccupata di come e dove venga prodotto il cibo che arriva sulle loro tavole e in che modo questo possa influire sulla loro salute e su quella del pianeta. Ecco perché la qualità del cibo viene messa al primo posto: in particolare il 35% degli italiani dimostra interesse verso ingredienti più sostenibili, in ottica di rispetto dell’ambiente, della forza lavoro e della salute. Gli intervistati dichiarano di essere disposti ad accettare anche un prezzo più elevato per ingredienti che garantiscano questi valori. Si evince anche una vera e propria tendenza a combattere lo spreco alimentare a cui tutti i consumatori possono contribuire con piccoli gesti quotidiani: ottimizzare l’utilizzo di energia, ridurre l’impatto del packaging cucinando piatti in casa piuttosto che acquistarli pronti, assicurarsi della provenienza degli ingredienti, sceglierli stagionali e in generale diversificarne l’utilizzo per evitare che vengano prodotti intensivamente.

2. Il cibo come strumento di condivisione. Gli europei si trovano tutti d’accordo: mangiare insieme piuttosto che da soli fa bene! Condividere un pasto con la famiglia o gli amici è un vero e proprio toccasana: il cibo, infatti, è una parte importante della nostra cultura e il suo valore rituale ci porta a condividere intorno a una tavola i momenti speciali della vita. In particolare, se si guarda all’Italia.

3. Nuove conoscenze nutrizionali. L’equilibrio di una dieta sana e bilanciata Se nel 1980 una buona alimentazione era sinonimo di diete e conteggio delle calorie, oggi la situazione è decisamente diversa. Le persone privilegiano un approccio olistico all’alimentazione, pensano alla prevenzione, ad invecchiare in modo sano, alla sostenibilità e le abitudini alimentari sono sempre più personalizzate. In Europa i consumatori sono interessati ai benefici per la salute correlati ai diversi alimenti, quali il miglioramento del sonno, la riduzione dell’ansia e l’aiuto al rilassamento. In Italia, per esempio, il 35% dei consumatori intervistati ricerca nel cibo elementi curativi della salute dei capelli e della pelle. E oltre il 60% degli intervistati a livello europeo è consapevole che ciò che mangia ha un impatto diretto sul proprio benessere non solo fisico, ma anche mentale ed emotivo. Nel 2020 la ricerca di una dieta bilanciata con attenzione alla nostra salute mentale fisica e emotiva è diventata un obiettivo primario degli europei e tra il 38% e il 43% degli intervistati si dichiara disponibile a un cambiamento radicale di stile di vita. Probiotici, yogurt, bevande fermentate e la ricerca di tutte le possibilità offerte dalle diverse culture culinarie con kefir, kombucha e altri prodotti fermentati, catturano l’interesse soprattutto dei consumatori under 35.

4. Verso un’alimentazione a base vegetale Consapevoli e interessati alla tematica del benessere animale e della sostenibilità degli allevamenti, gli europei di tutte le età sono sempre più propensi a cambiare le proprie abitudini alimentari in favore di una dieta a base prevalentemente vegetale. In Europa, infatti, tra il 37% e il 52% dei consumatori intervistati evita di mangiare carne per ragioni legate all’ambiente e circa il 40% crede che le proteine derivanti dalle piante siano più sane rispetto a quelle animali. Da qui la tendenza, sempre più presente, ad eliminare il lattosio: in particolare in Italia il 13% degli intervistati5non lo comprende nella propria dieta. Va riducendosi più in generale il consumo di latte e derivati, rimpiazzati da alimenti a base vegetale: tra coloro che li evitano troviamo l’11% degli italiani. Se non tutti sono pronti a diventare vegetariani o vegani, persino gli amanti della carne stanno riconoscendo la necessità di un suo consumo più ridotto e consapevole. Si è sviluppata recentemente, infatti, una nuova tendenza alimentare definita flexiteriana, che prevede il consumo di carne (rossa in particolare) solo in piccole quantità – per esempio una sola volta alla settimana – nella misura sufficiente e necessaria all’acquisizione di quei principi nutritivi altrimenti difficilmente reperibili con un’alimentazione 100% veg. È un dato di fatto che tra il 42% e il 60% degli europei intervistati voglia attenersi al consumo di carne solo una volta a settimana e che tra il 32% e il 59% stia cercando di sostituire le proteine animali con quelle vegetali.

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