In Piemonte sono 37.610 gli addetti del food and drink. Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Imprese Piemonte): “Patrimonio economico e di tradizione che va costantemente difeso e valorizzato”
In Piemonte sono 37.610 gli addetti del settore alimentare e delle bevande.Il 54,4%, pari a 20.453, sono impiegati nelle micro e piccole imprese (realtà con meno di 49 dipendenti) e il 32,9% (12.366) opera in imprese artigiane. E’ anche grazie alle capacità professionali degli addetti dell’agroalimentare piemontese che il cibo Made in Italy conquista, sempre più, i mercati internazionali. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, il nostro export nazionale di alimenti e bevande è cresciuto del 6,9%, a fronte del +2,5% del totale dell’export manifatturiero, portando a 35,3 miliardi (pari al 2% del Pil) il valore, su base annua, delle nostre vendite di food all’estero.
Tutto ciò viene rilevato dal rapporto nazionale dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, secondo il quale tra i nostri migliori clienti vi sono Giappone, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Francia.
“Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – che sempre più risponde alle esigenze di una clientela che nel corso degli anni ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari”.
“In ogni caso, è merito di questi ‘artigiani del cibo’ se i nostri prodotti piacciono tanto anche all’estero – continua Felici – un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato. Il fatto che anche l’export agroalimentare continui a registrare una crescita, segnala un riconoscimento internazionale che non può che renderci orgogliosi”.
Se il food made in Italy piace così tanto, il merito è soprattutto delle piccole imprese: dei 445.665 addetti del settore alimentare e bevande, infatti, il 61,3% (pari a 273.263) lavora in piccole imprese e il 35% (156.095) opera in imprese artigiane.
Secondo Confartigianato Imprese è proprio il trend dell’occupazione un altro record del food made in Italy: negli ultimi cinque anni è cresciuta del 12,9%, un ritmo più che doppio rispetto al +5,1% della media UE. Una tendenza che si conferma nel trimestre agosto-ottobre 2019 con le imprese del settore che prevedono l’assunzione di 34.650 lavoratori. Di questi 11.780 sono operai e artigiani specializzati nelle lavorazioni alimentari, di cui però le imprese segnalano una difficoltà di reperimento del 51,1%, di gran lunga superiore al 29,7% della media indicata dal totale delle imprese.
Confartigianato Imprese Piemonte ricorda come sia immenso il “giacimento” della food economy del Piemonte, prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo.
Le eccellenze del food made in Piemonte, quelle garantite dai marchi europei DOP e IGP, sono ben 17: formaggio, marrone, nocciola, vitellone, mela rossa, salame, riso ecc. per citarne alcune che, sommate alle eccellenze di tutte le altre regioni rappresentano 299 prodotti agroalimentari di qualità.
“Gli artigiani e le piccole imprese – sottolinea Felici – utilizzano materie prime locali e metodi di produzione tipici che ne evidenziano il legame con il territorio. La genuinità delle specialità artigiane fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food regionale nel mondo”.
“I prodotti della nostra tradizione alimentare vanno promossi ancora di più – conclude Felici – pasticcerie, panifici, gelaterie, servizi di ristorazione, aziende produttrici di pasta, carne, formaggi, olio, vini, birra e tanto altro, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo”.