85% italiano fedeli a calice

ROMA – Il lockdown per l'emergenza coronavirus ha frenato i consumi di vino, ma la cosiddetta fase 2 tutto tornerà com prima, portafoglio degli enoappassionati e liquidità d'empresante permettendo. Secondo la prima indagine incentrata sul Covid dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, i consumatori di vino italiani (gli 85% della popolazione) hanno dichiarato di essere sostanzialmente fedeli a tutte le loro abitudini sin dalla fase 2, compatibilmente con la loro disponibilità finanziaria

Il 'dopo' arriverà come 'prima' per l'80% dei consumatori. La prima, con i millennial che prevedono un aumento significativo dei consumi, in particolare dei vini misti (il 25% prevede un aumento della domanda), è una riprova della volontà di tornare a una nuova normalità con i consueti elementi aggregati, a partire da prodotto e dai sui luoghi di consumo fuori casa (ristoranti, locali, enoteche), che valgono una fetta di 1/3 del campione in termini di volume (il 42% tra i millennials).

Per il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani, "se poco sembra modificarsi nelle habituibile al consumo - e questa è una buona notizia -, le imprese del vino sono invece chiamate a profondi cambiamenti, alle prese con la necessitatio di alle tensioni finanziari e allo stesso tempo di difendersi dalle speculazioni. Il mercato ei suoi nuovi canali di riferimento saranno la cura principale per un settore che oggi ha bisogno di uno sguardo straordinario sulla congiuntura e di un partner capace di offrire nuovi orizzonti e soluzioni". "Come Veronafiere - ha concluso - da qui ai prossimi mesi vogliamo prenderci ancora di più questa responsabilità a supporto del settore".

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