BOLOGNA – Saranno i portici di Bologna, quelli sotto cui sfrecciava in bicicletta il ‘cinno’ del ‘Bar Sport’ di Stefano Benni o quelli cantati da Francesco Guccini in ‘Eskimo’, a rappresentare la candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco per il 2020. Il via libera è arrivato dal consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco – riunito al ministero dei Beni Culturali – facendo esultare una città che nei portici a correre lungo le sue vie e le sue piazze trova – da sempre – tracce della sua identità più intima e vera. La decisione della Commissione è “un grande e meritato traguardo per Bologna – scandisce il sindaco, Virginio Merola – un risultato di tutta la città. Bologna, ancora una volta, ha saputo esprimere il suo carattere più profondo: la capacità di collaborare assieme e uniti” verso un obiettivo, il cui esito sarà annunciato nel 2021.
In particolare con la presentazione della candidatura a patrimonio dell’Unesco i portici vengono riconosciuti come “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”. Un reticolo di 62 chilometri – di cui 42 soltanto nel centro storico – che il l’arcivescovo di Bologna, cardinal Matto Zuppi, ha dipinto come portatori di “protezione e familiarità, il nostro passato e il nostro futuro” e che il presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, Franco Bernabè, nel sottolineare come la candidatura sia “la conclusione di un lavoro corale tra società civile e amministratori locali”, vede come “elemento architettonico, culturale e identitario”.
D’altronde, viene evidenziato ancora, la presentazione della candidatura definisce i portici “il risultato eccellente di un sistema di regolamentazione urbanistica delineato nel corso di nove secoli e un modello architettonico e al tempo stesso sociale, un luogo di integrazione e scambio in cui i principali protagonisti della città, cittadini, visitatori, studenti, vivono e condividono idee e tempo”. Nel dettaglio nel dossier della candidatura sono contenuti il portico di San Luca, quello di Santa Caterina, via e piazza Santo Stefano, il Baraccano, via Galliera e via Manzoni, Via Zamboni, i portici del Pavaglione e di Piazza Maggiore, il portico della Certosa, via Farini e Piazza Cavour, il quartiere Barca, l’edificio del Mambo-Museo di arte moderna e Strada Maggiore. La decisione presa dalla commissione, chiosa il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, “è un motivo di orgoglio e veramente una bella notizia per Bologna e per l’Italia. I portici sono straordinari e unici e sono sicuro che con la loro bellezza conquisteranno il mondo”.
ANSA