Le fiere esistono da anni ma la loro mission tende a mutare nel tempo. Nell’era del digitale sembrerebbe che “incontrarsi fisicamente” sia inutile, come sembrerebbe inutile andare in negozio a scegliere un bene di largo consumo come un vestito o visitare una fiera per vedere e comprare un bene strumentale come una sala di mungitura. Inutile, perché lo si potrebbe fare con internet. Personalmente, penso invece che andare in fiera come espositore o come visitatore sia di fondamentale importanza per poi tornare a casa con le idee un po’ più chiare sul cosa fare nel presente e nel futuro e sugli investimenti da programmare.

Ruminantia è un rivista digitale perché noi crediamo profondamente nel ruolo e nella velocità che ha la Rete nel diffondere informazioni e aggregare persone, ma pensiamo anche che i momenti “analogici” dell’incontrarsi siano altrettanto importanti. Ne è testimonianza la nostra assidua e attiva partecipazione alla Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona e alla prossima Fieragricola di Verona (29 Gennaio- 1 Febbraio 2020). La Fiera di Cremona e la Fiera di Verona, così le chiamiamo in gergo, sono profondamente diverse ma sono entrambe di grande importanza per l’economia del nostro paese. La prima è il nostro “dairy pride”, ossia la massima esibizione dell’italian style nella produzione primaria di latte bovino. La seconda è tra le fiere generaliste dell’agricoltura più importanti del mondo e, riflettendo sui numeri che mi trovo di seguito a riportare, se ne capiscono “razionalmente” le ragioni. Ci sono, è vero, anche altre Fiere Internazionali dell’agroalimentare in Italia, ma per noi di Ruminantia queste due sono le principali. Per fare i dovuti confronti, Verona Fiere, oltre ad organizzare Fieragricola, organizza anche il Vinitaly, ossia la fiera specialistica del vino forse più importante del mondo. Il vino è figlio dell’agricoltura come lo è il latte ma entrambi meritano un‘attenzione specialistica.

Ma veniamo ad alcuni numeri dell’agricoltura italiana.

Nel 2018 siamo stati il primo paese agricolo del vecchio continente capace di generare un valore aggiunto di 32.2 miliardi di euro, pari al 17.7% del totale europeo (182.3 miliardi), seguiti da vicino da Francia (17.6% del totale), Spagna (16.6% del totale) e Germania (16.8% del totale).

Perché il confronto sia corretto, c’è da considerare che l’estensione totale del nostro paese è di 302.072 km2, di cui il 76.8% di aree collinari e montane. La Francia ha un’estensione di 657.417 km2 e la Germania di 357.578 km2. La Francia e l’Italia hanno grosso modo lo stesso numero di abitanti (~ 60 milioni) mentre la Germania ne conta 82 milioni. In Italia vengono coltivati 12 milioni di ettari, in Germania 15 milioni e in Francia 28 milioni. Singolari, ma che meritano tante riflessioni, sono i dati relativi ai sussidi o aiuti economici nazionali e comunitari all’agricoltura nei vari paesi. L’Italia da primo paese agricolo europeo scende al 5° posto tra gli utilizzatori di questi fondi perché riceve solo 5 miliardi del totale dei 51 distribuiti in Europa all’agricoltura. Al primo posto troviamo la Francia (8.2 miliardi), seguita da Germania (6.7 miliardi) e Spagna (5.7 miliardi).

Come possiamo osservare nella tabella sottostante, siamo anche primi nel numero di “prodotti a denominazione”, con ben 818 referenze sia nel cibo che nel vino, pari al 27.4% dell’intero paniere europeo, seguiti dalla Francia con 681 prodotti e dalla Spagna con 327 referenze. La Germania neanche figura in questo elenco.

Il nostro paese ha in maniera lungimirante da sempre puntato sulla trasformazione di materie prime, come il latte, l’uva, il grano, le olive e quant’altro, in prodotti ricchi di oggettive caratteristiche organolettiche e con una narrazione sicuramente e nettamente superiori ai prodotti cosiddetti industriali o di massa. Infatti, da quando è nato nel 1992 il sistema europeo delle “denominazioni d’origine protette (DOP)” e delle “indicazioni geografiche protette (IGP)” il nostro paese ne ha iscritte e ne sta iscrivendo un numero considerevole. Questo modo di procedere ha permesso di alzare il posizionamento economico di questa tipologia di prodotti agroalimentari perché permette d’intercettare l’interesse di quella parte di consumatori ad alta capacità di spesa e sensibile a questo tipo di proposte.

Fieragricola 2020 promette grandi numeri e tante novità nei vari ambiti di cui è composta, ossia la zootecnia, la meccanizzazione, il vigneto e il frutteto, la chimica e la sementiera e le agroenergie.

Riportiamo testualmente il programma e gli obiettivi dell’edizione 2020:

“Dalla A di agricoltura alla Z di zootecnia. Ecco i punti chiave da non perdere durante la manifestazione e le attesissime novità dell’edizione 2020.

A come Agricoltura

Tecnologie sempre più sofisticate consentono l’automazione progressiva di tutta la filiera produttiva, lo sviluppo dell’efficienza e la gestione in sicurezza di ogni attività in agricoltura e in allevamento, in un’unica parola: agricoltura 4.0. A Fieragricola il mercato ha riconosciuto il ruolo di piazza di riferimento all’interno del panorama fieristico europeo per orientarsi in ogni settore del mondo agricolo e zootecnico, un’esperienza formativa e informativa di eccellenza con contenuti innovativi e dedicati all’intera filiera agricola, per poter offrire agli operatori e ai visitatori professionali un’irrinunciabile opportunità di confronto sulle tendenze del mercato in atto e sulle case history di successo.

Z come Zootecnia

La Zootecnia all’interno di Fieragricola – a seguito degli investimenti e del rilancio operato da Veronafiere nelle edizioni 2016 e 2018 – è ritornata ad essere un pilastro fondamentale della manifestazione e vuole porsi quale principale strumento promozionale di tutte le filiere zootecniche, punto di riferimento per gli allevatori e operatori nazionali nonché polo di grande appeal verso gli operatori internazionali e i buyer esteri. Fieragricola intende perseguire un obiettivo sfidante per l’edizione 2020: costruire assieme agli stakeholder una vetrina zootecnica di eccellenza e altissima attrattività per il mercato interno ed estero.

Con entusiasmo e passione, a partire dal 2014, Fieragricola ha scelto la strada del coraggio e dell’ascolto ‘ponendo al centro le idee degli Espositori e le specifiche esigenze delle filiere’.

NOVITÀ EDIZIONE 2020

Presentazione delle migliori case history/Best practise di economia circolare

Genetica, mangimistica, benessere animale, tecnologie per l’allevamento, robotica, zootecnia di precisione, quali nuovi modelli per la zootecnia del futuro.”

Evento degno di nota, attenzione e partecipazione è il Confronto Europeo dei bovini di Razza Bruna, con la presenza di allevatori da diverse nazioni europee.

Pertanto, Fieragricola è una Fiera dell’”anche”, mentre Vinitaly e la Fiera Internazionale del Bovino da Latte sono quelle del “solo”, come l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio (EIMA) di Bologna, il Cibus di Parma e le tante altre fiere locali, e tutte meritano un’ampia partecipazione, cogliendone i messaggi e le peculiarità.

Vi aspettiamo a Fieragricola, nel padiglione 9, il 28-29-30 Gennaio e il 1° Febbraio!

 

 

FONTE: https://www.ruminantia.it/le-fiere-del-solo-e-dellanche-fieragricola-di-verona-2020/