Rai1 ha celebrato la Vespa con il film 'Enrico Piaggio – Un sogno italiano', martedì 12 novembre su Rai1. L'interpretazione del protagonista è l'attore Alessio Boni. Ripercorriamo la storia dell'imprenditore che ha sognato di “mettere l'Italia su due ruote” dopo le sofferenze causate dalla guerra.

Rai1 ha festeggiato la nascita di Vespa con il film 'Enrico Piaggio – Un sogno italiano'. L'interpretazione del protagonista è Alessio Boni (qui l'intervista che l'attore ha pubblicato su Fanpage.it). Ripercorriamo la storia dell'emprenditore. Enrico Piaggio, nato nel 1905 a Pegli, entra nell'azienda di famiglia nel 1927, dopo la laurea in Economia e Commercio. Assume la guida degli stabilimenti di Pontedera e Pisa, dopo la morte di padre Rinaldo nel 1938.

La Piaggio durante la guerra e il regime fascista
Durante la prima guerra mondiale la Piaggio si dedicò alla produzione di materiale bellico, cabine di pilotaggio ed eliche e alla riparazione di velivoli militari, che successivamente iniziò a produrre. Nel 1922, la compagnia propose un bimotore chiamato P1. Due anni dopo, produsse anche il primo monoplano militare chiamato P2. Nel 1931 nasce la collaborazione tra Enrico Piaggio e il designer Corradino D'Ascanio, che oltre dieci anni dopo si rivelerà fondamentale nella nascita della Vespa. Nel frattempo, la politica espansionistica del regime fascista aumentò la domanda di aerei, e la Piaggio raddoppiò il numero dei suoi dipendenti da 200 nel 1930 a 2000 nel 1936. Anche durante la seconda guerra mondiale la richiesta di aerei militari fu elevata e l' azienda produce bombardieri come P108. La guerra, però, provocò anche la distruzione di gran parte degli stabilimenti. Inoltre Enrico Piaggio rischiò di perdere la vita nel 1943 mentre cenava nella hall di un albergo. L'imprenditore, infatti, non si alza in piedi mentre alla radio parla il generale Graziani. Così gli ha sparato un funzionario della Repubblica di Salò. Riesce a salvarsi solo grazie all'asportazione di un rene.

La Vespa pensata per il popolo e per le donne
La Seconda Guerra Mondiale lascia dietro di sé un popolo stanco e ribelle che brancola su un cumulo di carerie. Danneggiati gli stabilimenti Piaggio, adibiti alla costruzione degli aeromobili. Enrico Piaggio, invece, ha iniziato a sviluppare un'idea rivolta a chi ha voglia di ripartire. Vuole consentire a chiunque di avere l'indipendenza di dispattarsi in autonomia. Pensa agli operai che vanno al lavoro e non possono permettersi un'auto. Pensa alle donne che i tempi volevano sempre chiuse in casa a cucinare e che per spostarsi dovevano dipendere dai mariti o dai padri. Si reca da Corradino D'Ascanio: "Voglio un mezzo che metta l'Italia su due ruote, ma non voglio la solita motocicletta". L'ingegnere non si tira indietro, nonostante la sua avversione per la bici. Nelle sue memorie racconta:

"Conoscendo ben poco le moto, ho potuto considerare il problema con mentalità del tutto nuova e concepire questo inedito mezzo di locozione seguendo criteri intuitivi: pensavo innanzitutto che il futuro scooter sarebbe servito a chi, come me, non era mai stato un motociclista.. .".

Perché si chiama Vespa e quanto costava nel 1946
Quando Enrico Piaggio vide che il primo prototipo esibiva una parte centrale ampia, spaziosa ma sottile e il motore emetteva un ronzio, esclamò: "Sembra una Vespa". Così, nasce il nome dello scooter che vede la luce nel 1946. Costa 98 mila lire, che all'epoca era una cifra considerevole. Puoi comunque pagare una rata, con un anticipo di 10mila lire. Consuma poco, ha una velocità di 60 km/mette a disposizione una ruota di scorta, da usare alloccurrenza. Inoltre, la pedana che permette l'appoggio dei piedi e la piastra frontale che protegge dalle raffiche di vento, rende l'utilizzo piacevole anche per tutte le donne.

La consacrazione con il film Vacanze Romane
Consacrare la Vespa come icona dell'Italia nel mondo è il film Vacanze Romane. Non ci sono dettagli precisi sul ruolo che Enrico Piaggio ebbe nella scelta di William Wyler. Tuttavia, sembra che l'intenzione iniziale del regista fosse quella di utilizzare una carrozza per l'indimenticabile scena che vede gli attori Gregory Peck e Audrey Hepburn in giro per Roma. Solo in seguito opta per un mezzo mezzo più moderno come la Vespa.

La morte di Enrico Piaggio
La storia umana di Enrico Piaggio si conclude nel 1965. L'imprenditore ha un problema in ufficio, mentre fuori dall'azienda gli operai lavorano. Un'ambulanza lo porta all'ospedale di Pisa. Al suo fianco la moglie, la nobildonna Paola Antonelli (vedova del colonnello Alberto Bechi Luserna) e Antonella (figlia di Paola e Alberto, che Enrico Piaggio aveva adottato). L'imprenditore comprende che non c'è più niente da fare, così chiede di tornare alla sua villa. Dieci giorni dopo il malore, il 16 ottobre 1965.

 

 

FONTE: https://tv.fanpage.it/la-storia-di-enrico-piaggio-e-della-vespa-icona-dellitalia-nel-mondo-grazie-al-film-vacanze-romane/

 

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